Cammini Sacri a Scicli. Un altro successo un’altra replica
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31 Agosto 2016Carrube. E’ tempo di raccolta nel ragusano. Il carrubo e i miei ricordi…
Carrube… Da Siciliana e maggiormente da Sciclitana amante della mia terra, sono molto legata a questa pianta (il carrubo) che ha accompagnato le lunghe estati della mia fanciullezza.
Col ricordo ritorno ai lunghi pomeriggi estivi trascorsi sotto l’ombra di questi giganti a leggere un buon libro.
Le capanne costruite dai miei fratelli tra i forti rami dei carrubi secolari…
Un ricordo va alla felicità di quando scoprivamo “a funcia“ (fungo del carrubo) e la portavamo a mamma che la cucinava “a Ghiotta” con tanta cipolla patate e pomodoro; o ancora quando terminata la raccolta delle carrube, mamma ne prendeva un pò per metterle a bagno per alcuni giorni. Con il succo ricavato ci preparava la mostarda di carrube, una vera delizia!
Non dimenticherò mai l’odore dolce e penetrante delle carrube mature nei sacchi di ”Filunnenti” accatastati sotto casa in attesa della pesa per poi essere vendute.
Ricordo ancora il rito delle pesate e ogni pesata veniva trascritta, con attenzione, da mio padre su un foglio.
Il carrubo, definizioni e proprietà
Il carrubo, il cui nome deriva dall’arabo “kharrub”, è una pianta sempreverde, molto longeva, potendo superare anche più secoli, e di grande taglia: riesce a raggiungere i 10-12 metri d’altezza, mentre il diametro della chioma spesso supera i 10 metri. I frutti della pianta, le carrube, compaiono in primavera e giungono alla piena maturazione nel periodo di agosto-settembre.
Il carrubo nasce come albero spontaneo nelle terre del bacino orientale del Mediterraneo. La sua coltivazione pare abbia inizio soltanto al tempo dei Greci, che la estendono in Sicilia, ma sono gli Arabi che ne intensificano la coltivazione e la propagano fino in Marocco e in Spagna. Altri sostengono che l’originaria diffusione del carrubo in Sicilia sarebbe dovuta ai Fenici, i colonizzatori più antichi dell’isola.
Diffusione del carrubo
Attualmente la coltivazione del carrubo è diffusa nella Spagna meridionale e nelle Baleari, nel Portogallo, nelle coste settentrionali dell’Africa, nella Palestina, nel Libano e in Italia, soprattutto in Sicilia, che resta la regione italiana più ricca di carrubi. La coltivazione è concentrata nella fascia di territorio compresa fra le valli del Dirillo e dell’Anapo: nella sola provincia di Ragusa si trova il 72% della superficie nazionale investita, che dà il 70% della produzione italiana ed il 78% di quella isolana. Ancora oggi, nonostante le frequenti estirpazioni per far posto alle colture intensive ed in serra, il carrubo domina quasi incontrastato, e spesso, nei terreni più scoscesi, costituisce l’unica macchia di vegetazione. Le varietà di carrubo più diffuse in Sicilia sono la “Latinissima”, la “Racemosa”, la “Morescona”, la “Saccarata” la Gibbiliana” e la “Falcata”. Queste si distinguono per grandezza della pianta , conformazione del frutto e contenuto zuccherino della polpa .
Le parti piu’ importanti del frutto del carrubo sono la polpa ed i semi.
Dalla prima si possono ottenere diversi prodotti: uno di questi è uno sfarinato al 10% di umidità, essiccato onde renderlo insilabile e scorrevole, pronto all’impiego immediato nella fabbricazione dei mangimi composti. Per quanto riguarda le sue proprietà dietetiche, con particolare riferimento al suo potere assorbente intestinale, questo prodotto è indicato con grande vantaggio in ogni regime speciale destinato al recupero di soggetti reduci da malattie infettive o da gravi disturbi del tratto digerente. Un’altra farina particolare e destinata al consumo umano, studiata e prodotta per la sua utilizzazione in sostituzione in parte del cacao, è quella che va denominata commercialmente con il nome di “Cacao”: esso trova largo impiego specifico nelle produzioni dolciarie ed è notevolmente apprezzato per il suo bassissimo contenuto in grassi e per l’assenza totale di teobromina, oltre che per il gusto gradevole e il suo notevole contenuto in zuccheri. La farina ottenuta dai semi e una delle piu importanti dal punto di vista economico , essa e molto utilizzata nell’industria conserviera per la preparazione di yogurt, salumi e gelati ,
Dalla fermentazione della polpa si ricavava un alcol particolare detto in dialetto “ U spirdu ri Carrua “ . prodotto anni addietro nella cittadina di Rosolini .
Attualmente la coltivazione del carrubo è in forte abbandono , principalmente , perchè dalla vendita del frutto si ricava pochissimo, basti pensare che per un chilogrammo di carrube viene pagato anche 18 centesimi di euro.
A cura della prof.ssa Rosa Gallaro