Cu nnappa nappa re cassati i Pasqua
18 Aprile 2017MONTALBANO 2018. CIAK SI GIRA a Scicli
4 Maggio 2017
La morte di San Guglielmo e le vicissitudini legate alla data della sua festa
Don Ignazio La China, parroco della chiesa di San Giuseppe in Scicli, si interessa di storie e tradizioni locali e con i suoi approfonditi studi è riuscito a dare una visione storicamente più dettagliata riguardo, in questo caso, la vita, la morte e la festa di Guglielmo di Scicli, patrono della città dei tre colli (padre La China terrà una conferenza il 23 aprile 2017 alle ore 18,00 sul tema: il beato Guglielmo Cuffitella: una santità possibile?).
Vi proponiamo un memoriale di Don Ignazio che fa chiarezza sulla morte e sulla festa patronale di San Guglielmo, patrono della città di Scicli.
1. IL GIORNO DELLA MORTE.
Del beato Guglielmo Cuffitella la cosa che si sa con certezza (giacché se ne sconoscono data di nascita e qualsiasi accenno biografico riferito alla sua vita) è che la sua morte è avvenuta poco prima dell’alba nella notte che andava tra il 3 ed il 4 aprile.
E proprio in questa data la popolazione di Scicli era solita andare a fare la veglia presso la sua tomba nella chiesa di san Matteo. Si vegliava a partire dalla sera del 3 per tutta la notte e poi al mattino del 4 si partecipava alla messa solenne in onore del santo eremita.
Anzi fu proprio la tradizione ininterrotta di questa veglia, sviluppatasi fin dalla sua morte, a provare la devozione degli sciclitani verso questo eremita morto in fama di santità e a convincere il legato pontificio a concedere la bolla con l’approvazione del culto, giacché in tanti al processo testimoniarono che proprio durante quella veglia presso la tomba avvenivano guarigioni miracolose.
2. L’ANNO DELLA MORTE.
Lo stesso anno della morte, fissato solo nella copertina degli atti del processo al 1404, fu già spostato dai Bollandisti nel ‘600 in avanti verso il 1424. Comunque sia, anche dando per buono l’anno 1404, una cosa è certa: che il 4 aprile 1404 non era il venerdì santo (come una certa agiografia devota ha voluto farci credere) ma era invece il venerdì dopo la domenica di Pasqua, il venerdì infra octavam della Pasqua.
3. LA DATA DELLA FESTA.
Questa concomitanza di date è importante per capire come poi sia stata fissata la data della festa, al momento della concessione del culto pubblico di beato.
La regola generale della Chiesa è che la festa del Santo si faccia nel giorno della sua morte a meno che non ci sia l’ostacolo della concomitanza con altre celebrazioni di grado più importante. Il 4 aprile è un giorno che generalmente cade o negli ultimi giorni della Quaresima o nella Settimana Santa o nei giorni dell’Ottava di Pasqua: ora in tutti questi giorni, secondo le regole liturgiche, non si può celebrare solennemente la memoria di un santo, per cui la festa deve essere fissata in altra data. Chi guarda il calendario liturgico ufficiale vede che nei giorni di quaresima solo due feste sono rimaste: l’Annunciazione e San Giuseppe.
E’ la stessa cosa ad esempio capitata a Sant’Ambrogio, morto proprio lo stesso 4 aprile e la cui festa fu fissata al 7 dicembre (giorno della sua consacrazione episcopale) o a san Benedetto morto il 21 marzo e la cui festa è fissata al giorno 11 luglio (giorno della traslazione delle sue reliquie). Questa costatazione dovette essere stata già fatta al momento della concessione della beatificazione, il 28 febbraio 1538, quando nella Bolla di concessione del culto pubblico, della Messa e dell’Ufficio di Confessore non pontefice, fu stabilito che la festa e la processione si celebrassero ogni anno nella Domenica in Albis (cioè la domenica seguente quella di Pasqua di Resurrezione).
4. LA CELEBRAZIONE DELLA FESTA.
Essendo la festa del patrono, questa prevedeva i Primi vespri e la vigilia (cioè di fatto si cominciava a celebrare a partire dal sabato precedente), la prima processione si teneva in due parti, la Domenica in Albis e il lunedì seguente. Per tutta la settimana si tenevano spettacoli e fiera, c’erano il palio e una cavalcata e una sacra rappresentazione), fino alla celebrazione dell’ottava: stavolta la seconda processione riprendeva il sabato mattina per la prima parte e poi riprendeva la domenica mattina per rientrare a sera a San Matteo. Il lunedì seguente i confrati di san Bartolomeo, che il sabato mattina della settimana precedente l’avevano portata a San Matteo, riportavano l’urna di argento presso il Monastero della Concezione che la custodiva, mentre il busto con le reliquie veniva ricollocato nel sepolcro di pietra.
5. L’INTERRUZIONE DELLA FESTA.
Tale stato di cose rimase fino alla proibizione di tutte le manifestazioni esterne della festa fatta dal Re nel 1772 per i continui disordini che si verificavano. Fu permessa solo la celebrazione in chiesa. Con il trasferimento delle reliquie da San Matteo alla nuova matrice nella Chiesa del Collegio dei gesuiti, in un primo tempo si continuò a celebrare la festa dalla Domenica in Albis fino alla domenica seguente.
6. LA PRIMA VARIAZIONE DI DATA.
Negli anni ’50 però con le nuove norme liturgiche la messa di san Guglielmo si potrà dire solo il sabato e non più la Domenica e perciò cadde la festa nella domenica in Albis, l’Ottava della festa divenne invece un ottavario di preparazione che cominciava dal sabato precedente la domenica in Albis e durava sino al sabato seguente: nel calendario liturgico della diocesi di Noto la festa fu così fissata al sabato seguente la domenica in Albis, creando una sorta di simmetria tra le feste dei due patroni di Scicli: la Madonna delle Milizie il sabato quindici giorni prima di Pasqua (si ricordi che la messa di Pasqua era allora celebrata il sabato santo a mezzogiorno) e San Guglielmo il sabato quindici giorni dopo Pasqua,
7. LA RIPRESA DELLA PROCESSIONE.
In questo periodo accadono però alcune cose che contribuiscono a dare nuova fisionomia alla festa. Ricordiamo che la processione era stata proibita: però l’Arciprete Guarino dai primi anni ’20 del ‘900 aveva promosso il venerdì sera ai primi vespri il pellegrinaggio all’eremo del santo, alla cavuzza con il solo Braccio del Santo. Nel 1955 questo stato di cose verrà fissato da Mons. Calabretta, vescovo di Noto, che nel redigere il nuovo calendario proprio diocesano fissò la data della festa al 4 aprile per tutta la diocesi di Noto col grado di duplex II classis (cioè corrispondente al grado odierno di festa), però stabilendo che a Scicli la festa si facesse nella vecchia data del sabato in Albis e con grado di duplex I classis (cioè col grado odierno di solennità) e concedendo che si riprendesse la processione la seconda domenica dopo Pasqua.
Il P. Parisi, nel suo libro su san Guglielmo, nel 1958, ci dirà che la festa si apre nel sabato in Albis coi primi Vespri solenni, e dalla domenica in Albis continuano i festeggiamenti liturgici in chiesa con l’esposizione delle reliquie. La processione si tiene invece la domenica seguente che chiude l’ottava.
8. IL NUOVO CALENDARIO LITURGICO REGIONALE DELLE CHIESE DI SICILIA.
Con il Concilio Vaticano II e la susseguente riforma del calendario liturgico, negli anni ’70 viene redatto un calendario proprio delle chiese della Sicilia e la memoria di San Guglielmo viene fissata come facoltativa in tutta la regione ma obbligatoria nella diocesi di Noto per il sabato della II settimana di Pasqua, confermando così la data fissata nell’ultimo cinquantennio. Tale data è stata poi ripresa nel nuovo proprio dell’Ufficio delle Chiese di Sicilia approvato nel 2004. La diocesi di Noto, a partire dalla pubblicazione del calendario regionale, non ha dato più indicazioni specifiche.
9. LE NUOVE REGOLE LITURGICHE E LA PROBLEMATICITA’ DELLA DATA DELLA FESTA.
Qualche lustro fa però la Santa Sede, nell’intento di valorizzare sempre più la domenica come giorno del Signore e liberarla dalla concomitanza delle celebrazioni di Santi, ha stabilito che, cominciando la celebrazione della domenica dai primi Vespri del sabato sera, per un problema di precedenza che qui sarebbe lungo spiegare, le solennità che cadono di sabato si debbano trasferire al lunedì seguente oppure, se il lunedì è già impegnato, al martedì o al primo giorno libero seguente; inoltre secondo le nuove norme date per la compilazione dei calendari liturgici una solennità (tale è il grado che spetterebbe al patrono di una città) non
può più essere assegnata ad una domenica in modo stabile, per cui la festa di San Guglielmo non si può più assegnare né alla Domenica in Albis né a qualsiasi altra domenica dell’anno liturgico ma nemmeno al giorno di sabato: secondo tali indicazioni a Scicli la solennità di San Guglielmo dovrebbe essere festeggiata il lunedì seguente la Domenica in Albis giacchè il calcolo va fatto sulla base della data stabilita all’atto della beatificazione e non sulla data attuale che, come si è visto, è più una soluzione di ripiego dell’ultimo mezzo secolo che una scelta pensata di proposito. La Diocesi di Noto e i responsabili del Calendario Liturgico Regionale avrebbero dovuto adeguarsi a tale direttive ma tuttora nulla è stato fatto, forse perché nessuno finora ha segnalato il problema.
Don Ignazio La China
La Festa
Dal 2014 la festa legata a San Guglielmo si tiene il secondo venerdì dopo la domenica di Pasqua anziché nel giorno della domenica in Albis indicata nel 1537 che cade nel periodo di Quaresima.
La festività di San Guglielmo a Scicli: programma 2017
http://www.ilovescicli.it/events/san-guglielmo-di-scicli-si-festeggia-il-28-aprile/