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4 Marzo 2021Le edicole votive (“tribuneddi”) in provincia di Ragusa sono numerosissime, collocate dai centri urbani all’ aperta campagna, e sono testimonianza di una cultura diffusa e una fede profonda nella comunità locale, almeno fino al passato più recente.
Lungo le strade che collegano la città di Scicli con le borgate di Sampieri, Cava D’Aliga, Donnalucata, con le contrade Milizie, Croce, con le città di Modica, Ispica,… è un continuo incontrare di questi monumenti che custodiscono o custodivano immagini sacre.
Essi hanno una rilevanza storica, civile, artistica e religiosa e da sempre hanno offerto al viandante un momento di verità e serenità. Comunicavano un messaggio semplice e salvifico a chi una volta percorreva quelle strade a piedi o su un carretto e a chi oggi li guarda dall’alto di un autocarro o dal sedile di una macchina.
“I Tribuneddi”, un’architettura sotto minaccia!
L’ allarme lanciato dall’ Ass. Esplorambiente di Scicli, da tempo impegnata nella valorizzazione del territorio, racchiude tutta la preoccupazione per un patrimonio artistico-architettonico locale che, seppure rivalorizzato sotto alcuni aspetti, continua a soffrire o a perdersi irrimediabilmente.
E’ la stessa Associazione sciclitana, che ha prodotto e pubblicato in passato l’interessantissimo volume dedicato alle edicole votive di Scicli “I tribuneddi – Edicole votive nel centro storico di Scicli”, a lanciare un grido di allarme e denunciare:
“In un’epoca veloce e sempre più ristretta alle mura domestiche, uno delle vittime senza voce di questo momento è l’arte: lo è nelle sue grandi espressioni ma lo è soprattutto in quelle più piccole, in quelle che, nel tempo, hanno perso voce: tra queste, quella delle edicole votive.
L’esistenza delle edicole votive in tempi recenti è invece messa in discussione dalla non conoscenza e dall’assenza di una tutela giuridica che le preservi dai veri e propri scempi compiuti in nome di una “manutenzione straordinaria” degli immobili condotta selvaggiamente.
Diverse infatti, ad oggi, sono state sfregiate o addirittura distrutte per soddisfare la necessità di un nuovo maquillage degli immobili in cui sono collocate: in via Canonico Meli, ove un affresco è stato segato di netto in due per lasciare spazio ad una dubbia finestrella in PVC” (lo aveva denunciato anche la pagina I LOVE SCICLI in un post dell’ 1 agosto 2017)
“o in via Porticale, dove in questi giorni una più profana mano di intonaco occupa lo spazio che fino a pochissimi giorni fa era chiuso da un cancelletto in ferro battuto. Non sappiamo cosa custodisse quella tribunedda, e da oggi avremmo rischiato di non sapere neppure che fosse mai esistita”.
Un appello ai cittadini e all’Amministrazione locale
Già dal 2007 l’Associazione Esplorambiente ha avviato una campagna di censimento delle edicole presenti nel centro storico che lo scorso agosto ha portato alla pubblicazione del volume “I tribuneddi – Edicole votive nel centro storico di Scicli”: un lavoro descrittivo e di mappatura allo scopo di preservare e tutelare questa tradizione che superando il credo di ciascuno è certamente artistica e popolare.
A sei mesi di distanza quello stesso lavoro vuole sensibilizzare la cittadinanza e l’Amministrazione a prendere in carico la difesa e la salvaguardia di queste piccole opere, sia tramite gesti di cura quotidiana che attraverso i redigendi strumenti urbanistici, facendo propria la sensibilità di chi, un tempo, dovendo intervenire pesantemente con interventi edilizi, ebbe la delicatezza di ricollocare quelle edicole e salvaguardarle integre a futuro giovamento di tutti.
Di seguito, le vie in cui è possibile trovare le edicole finora censite:
Via Dolomiti, angolo Via Monte Cencio – Via Dolomiti, angolo Via San Gottardo – Via Santa Maria la Nova – Via
Regaldi – Via Carcere – Via San Nicolò – Via Monti – Via Caneva – Via Larga Palme – Corso Umberto I° – Via
Canonico Meli – Corso Umberto I° – Via Tagliamento – Corso Umberto I° – Via Bixio – Via Stazzonai – Via San
Giuseppe – Via Capri – Via Peralta ex via maestra San Giuseppe – Via Pacetto – Via San Bartolomeo – Via Guadagna –
Via Maestranza Vecchia (ora Duca degli Abruzzi) – Via Matrice – Via Lume – Via Ticino – Via Gangia – Via Fiumillo –
Via Larga Palme – Via Pescara – Via Ispica – Via Gran Sasso – Via San Giorgio – Via Libertà – Via Isonzo – Via
Mortilla – Via Cannizzaro – Piazza Cardona – Via Porticale – Via Corti – Via Valenza – Via Malpighi – Via Colombo –
Via Ospedale – Via Croce – C. da Scala Padreterno – Via Tagliamento
Un po’ di approfondimento storico artistico…
Per capire meglio l’importanza di questi manufatti un approfondimento storico-artistico a cura dell’Ass. Esplorambiente.
L’origine della tradizione delle “tribuneddi” affonda già in epoca romana, quando le icone religione venivano custodite nelle AEDICULAE o piccoli santuari, tempietti, cappelle, vani, nicchie; inserite nei muri interni o esterni di un fabbricato, ai crocicchi delle antiche vie rurali, lungo le vie maestre e i percorsi delle processioni per la volontà di privati cittadini, che in tal modo chiedevano l’intercessione e la protezione dei santi o erano ex-voto per grazia ricevuta, e diventavano spesso delle piccole opere d’arte dei maestri scalpellini.
Nelle zone di campagna erano microstrutture a parallelepipedo con significato civile e religioso, diventando occasioni per la preghiera e per gli incontri, posti pubblici di adorazione divina, stazioni sempre aperte e libere, esposte notte e giorno ai devoti cristiani, che attraverso fiori e lucerne esprimevano i loro sentimenti e desideri, e davano una nota di folklore e di pittoresco alla vita cittadina.
Nel Seicento, con l’architettura barocca l’edicola si evolve in forme variate e articolate, ed è spesso decorata con modanature, putti, elementi naturali, grate in ferro battuto e lucerne.
Nel nostro territorio la diffusione delle edicole votive è assimilabile quasi ad una forma primordiale di illuminazione delle strade, prima ancora dei lampioni ad olio.