Scicli e i Greci. Le evidenze greche nella città siciliana
5 Gennaio 2024“Scicli ridotta ad un monte di sassi!”. Una testimonianza poco nota del terremoto del 1693 a Scicli
11 Gennaio 202426 gennaio 1924 – 26 gennaio 2024. Cento anni esatti da quell’evento che segnò il destino della Fornace Penna di C.da Pisciotto a Sampieri.
La cessazione dell’attività dell’ importante stabilimento di laterizi avvenne durante la notte del 26 gennaio 1924, a causa di un probabile incendio doloso che lo distrusse in poche ore.
«Non una sola ora, non una sola lira per il Pisciotto»
L’ingegner Ignazio Emmolo, progettista e a lungo rettore della fabbrica, accolse con questa famosa frase la notizia del rogo. E da allora questa esclamazione risuona come attuale, quasi ad aver segnato il futuro della fornace: la struttura è rimasta a testimonianza di quel passato fugace quanto glorioso e di quel destino che la porta ad essere, ai giorni nostri, icona internazionale e, nello stesso tempo paradossalmente, rudere destinato a scomparire.
Cento anni di tribolazioni che ancora non hanno portato ad un nulla di fatto.
La storia della Fornace Penna, dalla nascita del 1912 all’incendio e all’abbandono. Fino a diventare icona televisiva conosciuta in tutto il mondo. (Leggi la storia e le battaglie per la Fornace Penna)
Il canto di dolore della fornace
LA FORNACE HA UN’ANIMA di Vincenzo Carnemolla
«Una volta ero molto bella, famosa nel mare mediterraneo e in tutto il mondo, se avete la pazienza di ascoltarmi vi racconto in breve la mia storia.
Fui costruita nell’anno 1912 con materiale di punta Pisciotto, che si trova davanti a mare di Sampieri e divenni una fabbrica importante di mattoni rossi, dove un tempo ormai assai lontano, attraccavano caravelle e navi per trasportare il prezioso carico che serviva per costruire case, chiese, dimore di lusso di uomini facoltosi.
Conducevo una vita felice, davo lavoro a più di cento persone, ma nell’anno 1924 dei poveri incoscienti mi diedero fuoco e fui così distrutta.
Fino adesso vivo nella speranza che qualcuno prenda in considerazione il mio stato di malessere, ma più tempo passa è più la mia voce diventa fioca, per tutto questo provo a cantare il mio ultimo grido dolore.
Canto forte il mio dolore sia di giorno che di notte, testimoni il vento e il mare azzurro che mi stanno di fronte. Le mie pietre infreddolite e abbandonate all’usura del tempo, cadono a pezzi tra l’incuria dei miei stessi padri, dei politici locali, delle istituzioni che dovrebbero preservare la mia anima.
Questi signori si ricordano di me solo in tempo di elezioni, vengono a vistarmi facendomi mille promesse ed io povera illusa ci casco sempre come un’allocca, perchè è tanta la mia voglia di respirare ancora. Passate le elezioni e raggiunto il loro scopo, questi mercenari del potere diventano irreperibili, lasciando che io mi spenga abbandonata ad un insolito destino.
Io non merito di certo questa fine, tra le fornaci che si trovano in giro per il mondo, io mi ritengo la più importante, ho contribuito con la mia arte raffinata a lasciare una traccia nella storia.
Pochi giorno fa, parte della mia anima si è lasciata di nuovo andare tra mucchi di macerie, di tutto questo non incolpo il vento, il mare, la pioggia, ma l’incuria degli umani. In questi giorni ho ricevuto molte visite, di turisti, di bambini, di gente del mio paese, avevano tutti gli occhi lucidi, per tutti loro ero diventata un diva, mi avevano visto nei film del Commissario Montalbano, romanzi scritti dal grande poeta Camilleri, ero diventata la mannara per eccellenza.
Con l’ultimo filo di voce che mi resta, lancio l’ultimo grido di dolore, non lasciate che la mia anima cada a pezzi, faccio appello alle vostre coscienze, la mia anima vuole ardere ancora di luce propria» .
Leggi anche: La storia e le battaglie per la Fornace Penna, dal 1912 ai giorni nostri.