“La Sicilia del mito e del rito.
La Madonna guerriera di Scicli
suggestiona devoti e turisti.
Si erge fiera con la
spada sguainata, su un bianco cavallo”.
(Elio Vittorini)
La Madonna delle Milizie di Scicli
Della “Madonna a cavallo” si leggono cenni tra le pagine de “Il garofano rosso” di Elio Vittorini (pagg. 149-150): l’autore ricorda di essere stato condotto dallo zio in un paese in cui si teneva una ricca fiera in occasione della festa della “Madonna a cavallo” , una madonna di una bellezza imponente ma diversa, su un cavallo impennato calpestava i “turchi”.
A Scicli viene venerata la Madonna delle Milizie riconosciuta come l‘unica Vergine guerriera della cristianità, l’unico esempio in tutto il mondo in cui la Vergine Maria è rappresentata come una guerriera incoronata, spada in mano e vestita con corazza, in sella ad un bianco destriero bardato a guerra.
“Bella amazzone invitta, alma eroina”
Così viene evocata dall’Angelo che ne canta le lodi dopo la battaglia.
Il mito della “Madonna guerriera” si ricollega al quadro storico della dominazione araba in Sicilia, che iniziò a partire dallo sbarco dei Saraceni a Mazara del Vallo nell’827 e terminò con la caduta di Noto nel 1091. Il popolo sciclitano racconta che, proprio in una notte di Marzo del 1091, si sia combattuta una decisiva battaglia fra Normanni e Saraceni nella piana che dà sul mare di Donnalucata (borgata sciclitana): la cosiddetta “battaglia delle Milizie”. Si narra di un numero spropositato di galere saracene che approdarono sul litorale siciliano e che rilasciarono uno sciame di guerrieri nemici pronti ad avere la meglio sull’esiguo popolo sciclitano e sul mal organizzato esercito normanno.
La sorte degli Sciclitani era ormai segnata e non bastò neanche l’intervento del Conte Ruggero a fermare l’impeto delle armate “turche”, ma proprio quando sembrava tutto finito, ecco avvenire il miracolo: “su un cavallo bianco, sfavillante la spada, la Vergine Maria, viene a dar man forte ai cristiani, uccidendo-facendo fuggire gran parte dei saraceni!”
L’ultimo Sabato di Maggio
L’ultimo Sabato di Maggio, a Scicli, si celebra ogni anno la festa in onore della “Madonna delle Milizie”. La festa consiste in una rappresentazione teatrale rievocativa del fatto d’arme avvenuto nel 1091 dove storia e mito si fondono. La rappresentazione teatrale vede ripercorrere i momenti salienti dell’assalto e della battaglia tra il forte esercito saraceno e il più esiguo esercito normanno. Dopo lunghe trattative sul controllo del territorio, si arriva al confronto armato. La battaglia simulata si conclude, quindi, con l’apparizione miracolosa della Vergine Maria dei “Milici” che libera la città dall’assedio straniero.
Gli attori e i figuranti, vestiti in abiti d’epoca, appartengono al popolo locale e recitano il tradizionale “copione”del Pacetto-Vanasia del 1933. Prima di questa data si recitava a braccio, con improvvisazioni, scherni, riferimenti all’attualità e alla vita politica locale e nazionale del tempo.
Negli ultimi anni la festa ha assunto maggiore vivacità e interesse per il coinvolgimento di registi e attori di tv e teatro di fama nazionale (ricordiamo Massimo Leggio, Valentina Ferrante, Daniele Pecci, Roberto Alpi, Carlo Cartier); inoltre recentemente parte della rappresentazione teatrale stessa è stata oggetto di riprese cinematografiche e inserita nel film “Italo” della regista modicana Alessia Scarso.
La statua della Madonna
Il simulacro della Madonna delle Milizie, in legno e cartapesta, è a grandezza naturale ed è custodito nella chiesa Madre (o di Sant’Ignazio) di Scicli. La Vergine guerriera è rappresentata con un manto di seta celeste, lo stiletto lucente nella mano destra, una parrucca di capelli veri, neri e ricci sopra la quale si adagia una corona lucente. E’ protesa come a comandare la carica su un cavallo bianco impennato, sotto la quale ci sono due “turchi”, uno con la testa sanguinante e l’altro a mordersi un dito.
Anche il quadro raffigurante la Madonna guerriera e la battaglia delle Milizie, quadro dipinto nel 1700 dal Pascucci, è custodito nella chiesa di sant’Ignazio a Scicli.
Esistono altri dipinti raffiguranti la battaglia delle Milizie in diverse chiese di Scicli.
Notizie storiche:
La prima fonte scritta che ci parla della “sacra rappresentazione” della battaglia tra cristiani ed infedeli risale alla fine del 1400. Nel 1736 la Sacra Congregazione dei Riti decise che la festa di Maria Santissima delle Milizie dovesse essere celebrata il Sabato prima della Domenica di Passione, ovvero 15 giorni prima della Pasqua cristiana. Infatti, a quanto riportano diverse opere storiche e religiose, la battaglia delle Milizie si sarebbe svolta sull’arenile di Micenci proprio quindici giorni prima della Pasqua del 1091.
“La battaglia divampa e gli assalti si susseguono; gli uomini si affrontano e in molti cadono colpiti dalle armi e nei corpo a corpo. La superiorità saracena non tarda a mostrarsi e i cristiani soccombono vieppiù quanto più trascorrono le ore. Ma ecco che, come apprendiamo dalla memoria più antica, Maria, invocata a gran voce dagli sciclitani, apertosi il cielo, appare in una nuvola splendente come il sole, su un cavallo candido come la neve, impugnando nella destra una lucente spada rivolta in alto, verso il cielo. «Eccomi scesa; sono presente, città mia diletta; ti proteggerò con la mia destra ». Così, come vuole l’antica tradizione, la Vergine irrompe nella battaglia. All’apparizione celeste le fila dei saraceni sussultano, sbandano, via via ripiegano, alla fine guadagnano le numerose chelandie e fuggono. I cristiani esultano: è la vittoria, della fede e della preghiera prima di ogni cosa”.
Si narra che il Convento delle Milizie nelle campagne vicino Donnalucata sia stato fatto costruire dallo stesso conte Ruggero in onore della Madonna delle Milizie. E in questo convento è custodita una pietra rinvenuta nelle campagne di Donnalucata e sulla quale è impressa l’impronta di uno zoccolo di cavallo, secondo la leggenda proprio quello del cavallo della Madonna.
Leggenda e storia, religione e folclore si ritrovano in questa festa in un connubio coinvolgente e affascinante. La festa della Madonna delle Milizie è annoverata nel calendario regionale dei “Grandi Eventi” e inserita, dal 2011, nell’elenco delle Eredità Immateriali Unesco.
La testa di turco
Il dolce tipico della festa della Madonna delle Milizie di Scicli è la “testa di turco”. Si tratta di un dolce esclusivamente sciclitano, un enorme bignè il cui nome simboleggia il trofeo dei vinti. Esso assume il valore di un trofeo ideologico, nel ricordare gli sconfitti della battaglia del 1091, i turchi per l’appunto e infatti la forma ne ricorda il turbante. Il dolce può essere ripieno di crema o di ricotta vaccina dolce e viene solitamente consumato subito dopo la fine della rievocazione teatrale annuale.
Proprio per la festa delle Milizie si allestisce una sagra delle teste di turco che vengono offerte accompagnate con passito locale. L’ideale quindi è non perdersi questa meravigliosa festa di fine maggio. Se non riuscite a esserci non preoccupatevi; le migliori pasticcerie di Scicli, per la crescente richiesta dei turisti, hanno destagionalizzato la produzione di queste fantastiche bombe alla crema. Le teste di turco vengono ormai prodotte tutto l’anno. Buon appetito!
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