L’uogghiu pricò. Olio di iperico, il miracoloso olio rosso ricavato dall’ Iperico
27 Giugno 2017Annullato il concerto di Chrysta Bell a Scicli
4 Luglio 2017Sant’Antonino: un’idea di recupero
Il convento dei Francescani Conventuali di San’Antonino si trova, semidiruto e abbandonato, nei pressi dell’attuale ospedale cittadino in sponda destra del torrente Modica–Scicli.
L’ex Convento di Sant’Antonino è una delle testimonianze più importanti del patrimonio monumentale della città di Scicli, uno dei pochi esempi di architettura prebarocca con una cappella a otto punte cinquecentesca.
La fondazione del complesso conventuale oscillerebbe tra il 1514 e il 1522 e presenta ancora oggi costruzioni pre e post-terremoto 1693.
Questo meraviglioso edificio, oggi di proprietà privata, è stato da sempre sottovalutato e nel corso dei decenni ha subito vari crolli irreparabili. Attualmente è abbandonato e in stato di rovina.
Museo delle tecniche murarie – Studi e ricerche per il progetto di conservazione a rudere
Nel 2008, un lavoro di ricerca sul Complesso e di studio dello stato dell’opera è stato condotto dalla Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti dell’ Università di Genova della Facoltà di Architettura.
La campagna di studi, coordinata dall’architetto Eleda Trovato di Scicli, si è svolta attraverso un workshop gestito dagli studenti di architettura dell’ Università genovese grazie ai progettisti Izabel Alcolea, Ilaria Cavirani, Benedetta Steri, e la già citata Eleda Trovato.
Questo lavoro ha fruttato la progettazione di un intervento di recupero di tutto il Complesso con l’obiettivo di restaurare la fabbrica mantenendola nella condizione di rovina e ripensandola come “Museo delle Tecniche Costruttive”.
Recuperare Sant’Antonino di Scicli pensando alla chiesa dello Spasimo di Palermo e alla chiesa di San Giovanni di Ortigia
Il complesso di Sant’Antonino è già un museo di se stesso e con delle grandi potenzialità.
Restaurando l’edificio, e preservandone la ruderizzazione, non solo porterebbe dignità ad un edificio così importante per la storia di Scicli ma potrebbe far diventare questo luogo uno straordinario sito dalle caratteristiche molto accattivanti: il complesso, posto nel centro urbano ma in un’area isolata, potrebbe essere pensato come luogo di eventi culturali e artistici; la chiesa senza tetto per esempio potrebbe essere pensata come location ideale di concerti estivi o altri eventi all’aperto , garantendo una scenografia suggestiva e monumentale.
Si pensi alla Chiesa di San Giovanni Battista di Ortigia o alla Chiesa dello Spasimo di Palermo, monumenti fantastici, affascinanti chiese senza tetto che, dopo un intervento di restauro conservativo e di ruderizzazione, hanno trovato una loro collocazione sociale, religiosa, artistica.
La prima è aperta al culto e, da quando nel 2014 ha riaperto, è la chiesa che insieme alla Chiesa Cattedrale celebra a Siracusa il maggior numero di Battesimi e Matrimoni. E anche i turisti apprezzano molto.
La seconda invece è sconsacrata; oggi si presta per meeting, eventi di arte, di musica ed è molto gettonata per le visite turistiche.
Cosa manca al nostro Sant’Antonino per essere pensato con una di questa destinazioni d’uso?
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