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26 Luglio 2017Il set di Montalbano apre per la prima volta ai fan. Dal 14 agosto 2017
13 Agosto 2017Parco archeologico di Chiafura riaprirà l’8 agosto 2017
Dopo tanti anni di chiusura al pubblico, come preannunciato a maggio nel link “Chiafura riaprirà prestissimo”, finalmente riaprirà un pezzo importante della storia di Scicli: il parco archeologico di Chiafura.
Scicli non è soltanto barocco o Montalbano ma è storia, storia millenaria a cui fa parte Chiafura che viene descritto come “uno dei quartieri più antichi della città, con le sue centinaia di bocche nere. Quartiere abitatissimo fino agli anni ’50, oggi è deserto a seguito della legge Romita sull’edilizia impropria del 1954 che decretò il definitivo abbandono del quartiere e il successivo trasferimento nel nuovo quartiere di Jungi”.
L’ 8 agosto 2017, grazie al lavoro alacre dell’Amministrazione comunale, sarà riaperta e restituita alla città la parte più bassa e in sicurezza del parco troglodita rimasto fermo nel tempo a memoria delle condizioni di vita della gente più povera di Scicli che viveva lì fino agli anni ’50.
In occasione della riapertura sarà presentato al pubblico il libro legato alle memorie di Chiafura scritto dall’ex chiafuraro sig. Pietro Sudano, testimonianza vivente dei personaggi che hanno vissuto i luoghi, dando un saggio di quello che fu Chiafura per Scicli.
Programma:
Martedì 08 -08-17 ore 19,30
Presentazione del libro “I miei anni vissuti a Chiafura” di Pietro Sudano, seconda ristampa aggiornata e ampliata.
I relatori della serata:
Prof. Giuseppe Pitrolo (moderatore)
Prof. Alessandro Lutri (antropologo)
Prof. Pietro Militello (archeologo)
Sig. Pietro Sudano (autore)
La casa editrice del libro è “Il minuto d’oro”.
L’evento è organizzato in collaborazione con l’associazione Tanit-Scicli.
Dopo la presentazione é previsto un momento conviviale dove interverrà il prof. Carmelo Errera (autore del disegno di copertina del libro presentato).
Durante l’inaugurazione sarà offerto un rinfresco.
-INGRESSO LIBERO-
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Pier Paolo Pasolini, reduce dalla visita nel ’59 in cui visitò le condizione degli aggrottati di Chiafura, scrisse: “Chiafura era una specie di montagna del Purgatorio, con i gironi uno sull’altro, forati dai buchi delle porte saracene, dove la gente ha messo un letto, delle immagini sacre, dei cartelloni di film alle pareti e lì vive ammassata, qualche volta con il mulo. Si tratta di un rustico agglomerato troglodito, composto da cento bocche che si aprono nel lato sinistro del colle di S. Matteo. Le grotte furono abitate fino agli anni ’50 e per tale motivo furono oggetto di denunzie e di lotte sociali a livello nazionale. L’insieme delle grotte ha una visione veramente suggestiva, ma sono anche una testimonianza del sottosviluppo e dell’emarginazione del Meridione”